Dogana svizzera: la procedura di esportazione temporanea

L’esportazione temporanea rappresenta una casistica particolare alla voce “Export in Svizzera” ed è applicabile solo se sussistono alcune particolari condizioni. Scopriamo insieme quali

Affrontare la dogana commerciale, per i meno esperti, può rappresentare un problema. Esportare beni Made in Italy in Svizzera significa dover fare i conti con una serie di documentazioni, di richieste e di obblighi legali con i quali non è scontato avere confidenza, soprattutto se si è abituati a commerciare con l’Unione Europea. Non tutti sanno che, ad esempio, esiste un’agevolazione definita esportazione temporanea. Vediamo a chi e quando viene concessa.

Dogana svizzera: la procedura di esportazione temporanea

Cos’è l’esportazione temporanea

L’esportazione temporanea è la procedura che permette di non versare l’IVA altrimenti richiesta sul prodotto che viene esportato. Va chiesta in dogana dall’azienda estera che vuole introdurre in Svizzera beni per scopi specifici o solamente per un periodo limitato di tempo.

Il riferimento va, ad esempio, alla partecipazione a manifestazioni fieristiche di qualsiasi genere oppure alla richiesta di noleggio di strumentazioni o di beni mobili provenienti dall’Italia, da parte di una ditta elvetica. Pensiamo alle aziende italiane che noleggiano macchinari per l’edilizia (come le autogrù) che per un determinato periodo di tempo rimangono sul territorio ma, a lavori ultimati, rientrano in sede. Lo stesso processo vale per betoniere, trapani, attrezzi da carpenteria che vengono introdotti sul territorio svizzero per un lasso temporale definito.

Anche l’allestimento di negozi prevede l’applicazione dell’esportazione temporanea. Che può essere chiesta anche da coloro che producono beni semilavorati in Svizzera e che richiedono un passaggio di finitura sul territorio elvetico prima di rientrare in Italia per l’assemblaggio finale: pensiamo ad esempio ad alcune aziende che creano orologi Made in Italy e che chiedono l’intervento dei guru svizzeri sui semi lavorati per terminare la produzione in house.

 

Come si chiede l’esportazione temporanea

La procedura di richiesta di esportazione temporanea di un prodotto è abbastanza complessa. Il consiglio è di appoggiarsi a un esperto che si interfacci con l’agente doganale che deve dichiarare agli uffici il valore del bene che sta entrando in Svizzera. Su questo dato, la dogana avanza richiesta di versamento di una cauzione, calcolata sull’ammontare dell’IVA prevista (solitamente il 7,7% del valore complessivo).

Per ottenere lo sblocco della cauzione e la restituzione del denaro versato viene richiesta la chiusura della pratica alla dogana. Se ci si dimenticasse si potrebbe incappare in multe e nella richiesta di versamento di tributi aggiuntivi mentre non vengono applicati dazi ex post.

Attenzione e un ragionamento a parte va fatto per i beni alimentari. In primis, anche per la temporanea bisogna essere in possesso dei diritti di esportazione. Poi, bisogna fare attenzione al quantitativo di prodotti che fanno rientro in Italia. Se, ad esempio, si partecipa a una fiera o a un evento e non si rientra in Italia con gli stessi quantitativi di merce per i quali era stata richiesta l’esportazione temporanea, bisognerà considerare sia il pagamento dell’IVA su prodotti mancanti che quello dei dazi relativi alla categoria merceologica.

 

Cosa fare se il bene importato viene venduto

La cauzione può fungere da versamento dell’IVA nel caso in cui il bene non faccia ritorno in Italia. Questo può avvenire se:

  • l’utilizzatore del bene chiede all’esportatore di vendergli il bene stesso al termine dei mesi annunciati per la temporanea.
  • durante la manifestazione fieristica il bene viene acquistato da un interessato (è il caso di quadri o di altri prodotti esposti al pubblico).

In questo caso la dogana viene informata che la temporanea viene chiusa con l’immissione in libera pratica del bene.

 

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