Aprire un’attività o un’azienda in Svizzera può apparentemente sembrare facile ma bisogna prestare grande attenzione alle norme e alla regolamentazione che riuslta essere diversa da quella italiana e europea. Per non cadere quindi in pesanti sanzioni o rischiare di dover rispondere davanti alla legge, è sempre bene rivolgersi a un esperto che conosca il territorio e le regole. La Camera di Commercio italiana per la Svizzera è uno dei referenti più qualificati per questo genere di attività perché, da oltre 110 anni, opera nella conferedazione elvetica nell’ambito del business e della valorizzazione del Made in Italy, allacciando quindi relazioni stabili e affidabili con tutta la rete commerciale, distributiva, logistica, amministrativa e legale dei cantoni.
1. BUSINESS PLAN ACCURATO
Di norma, per aprire un’attività in Svizzera, il primo consiglio è sempre quello di valutare la proiezione dela nostra attività sul mercato elvetico, per capire se la nostra idea di business abbia potenzialità sul questo territorio. In primis quindi va fatta un’analisi di mercato e redatto un business plan.
Dovremmo quindi rispondere ad alcune domande, ad esempio: C’è margine di successo per il nostro prodotto? Siamo capaci di dedicarci a questo genere di attività?
2. SCEGLIERE LA LOCATION
Selezionare il Cantone che meglio risponde alle nostre esigenze è la prima cosa da fare. Devono sussistere le condizioni ottimali sia sotto il profilo della tassazione sia sotto quello della reperibilità delle risorse umane (servono frontalieri? Meglio personale che parli la lingua del posto? Ecc…)
Non va infatti dimenticato che ogni cantone ha una tassazione specifica e delle leggi ad hoc.
3. AFFIDARSI A UN CONSULENTE
Affidarsi a un consulente locale è una strategia indispensabile per non incappare in spiacevoli sorprese. La scelta del consulente è importante sia per chi voglia trasferirsi in Svizzera con residenza ed attività, sia per chi invece intenda rimanere a vivere in Italia ma sviluppare un’attività oltre frontiera. Non avere qualcuno di fidato e professionalmente formato che ci segue potrebbe farci incappare in spiacevoli conseguenze. La scelta del gerente è quindi molto delicata. Le sue funzioni devono essere valutate, definite e, in alcuni casi limitate per sottolineare la cogestione tra amministratore svizzero e imprenditore italiano.
4. IL RAPPORTO CON LE BANCHE
Presentare un buon business plan alla banca svizzera che abbiamo individato come nostro istituto di credito, è un’azione preliminare all’apertura dell’azienda che permette di definire fin da subito la propria serietà. Va poi considerata la differenza tra conto vincolato e conto professionale e questa influisce anche sui flussi di denaro. Non va poi dimenticato che tra il sistema bancario svizzero e il fisco italiano, oggi, c’è il libero scambio di informazioni relativamnete a clienti non residenti sul territorio che avviano un’attività e aprano un conto presso gli istituti di credito elvetici.
Per questo bisogna valutare bene il tipo di banca, il tipo di conto e il rapporto tra noi e l’eventuale gerente.
5. CONSIDERARE LA LINGUA E LE USANZE
L’aspetto linguistico non è mai da sottovalutare. In Svizzera sono riconosciute come ufficiali l’italiano (in ticino e nei grigioni), il tedesco (parlato nella Svizzera centrale) e il Francese (lingua madre a ovest). Nella maggior parte dei cantoni si parlano tutte ma la lingua predominante è anche quella che viene utilizzata per i documenti e per le comunicazioni ufficiali. Oltre a questo va poi considerato che la confederazione è territorio extra europeo e questo comporta la necessità di conoscere usi e costumi locali, molto diversi da quelli che abbiamo in Italia: la stessa cultura elvetica ci impone il rispetto per le attività di business, i fornitori e la supply chain che andremo a utilizzare.