Import-export in Svizzera: i 5 punti chiave

Esportare un prodotto di provenienza straniera in Svizzera richiede la conoscenza di almeno 5 regole indispensabili. Di seguito abbiamo individuato le più importanti e ve le vogliamo riassumere chiaramente per consentirvi di comprendere al meglio i processi per esportazione dei beni verso la Svizzera.

 

Import-export in Svizzera

 

Primo punto: l’analisi commerciale

Al netto delle regole doganali già spiegate e analizzate negli articoli precedenti, prima di esportare il proprio prodotto in Svizzera è necessario capire se questo incontri o meno la domanda svizzera. Nella Confederazione Elvetica, infatti, entrano ogni giorno moltissimi prodotti appartenenti alle più disparate categorie merceologiche. Questo rende la domanda di alcuni prodotti più elevata. Per non sprecare tempo e denaro è quindi indispensabili effettuare, o far fare da professionisti, una dettagliata analisi commerciale delle opportunità aperte e più interessanti sotto il profilo business, per adattare il proprio export a ciò che manca ma viene richiesto. Va poi considerato che grazie alla posizione geografica centrica occupata dalla nazione e, contemporaneamente, alla sua extra territorialità rispetto all’Unione Europea, la Svizzera è un punto logistico strategico anche per costituzione di una società di distribuzione che sviluppi attività commerciali anche con le altre nazioni confinanti. Se poi, si riesce a d effettuare le ultime fasi di lavorazione di un prodotto esportato, in territorio elvetico, si è candidati ad ottenere la certificazione di “prodotto svizzero” e, grazie ai numerosissimi accordi di libero scambio che la Svizzera intrattiene con gli altri Paesi (tra cui USA e Cina) si può valutare l’avviamento di una vera e propria attività di import – export.

 

Secondo punto: l’analisi di mercato

Verificato il profilo dell’interesse commerciale che può riguardare un prodotto esportato in Svizzera, si passa allo step successivo: l’analisi di mercato. Bisogna infatti capire quali siano le soluzioni più adatte al proprio business per entrare nel mercato nel modo più efficace. A seconda della tipologia di prodotto che vogliamo esportare in Svizzera, è necessario verificare anche la necessità di dotarsi del permesso di importazione. In caso affermativo, l’imprenditore italiano dovrà richiedere alle autorità competenti questo documento indispensabili per non far rifiutare alla dogana la merce. I Servizi alle imprese forniti dalla Camera di Commercio Italiana per la Svizzera consentono anche di superare ogni difficoltà logistica legata a questi aspetti.

 

Terzo punto: la verifica dell’origine e le certificazioni obbligatorie

La verifica dell’origine di un bene e le certificazioni legate a questo sono un altro elemento importante da valutare quando si vuole affrontare un’esportazione di beni italiani in Svizzera. Verificare l’origine e quindi la provenienza di un prodotto è indispensabile. Solitamente, se il prodotto è marchiato CE, molte difficoltà vengono superate. Va però tenuto in considerazione che se il valore dei prodotti che si stanno esportando verso la svizzera supera i 6000 euro è obbligatoria la certificazione UR1. Se questa manca sarà necessaria una specifica dichiarazione in fattura. Nel caso di alcune tipologie di prodotti va richiesta anche la certificazione Svizzera del prodotto stesso. È il caso dei dispositivi medicali, medicinali, chimici (colle, vernici, solventi, ecc…) o di quelli deputati ad entrare in contatto con l’acqua potabile (es. rubinetti): tutte queste categorie merceologiche, per essere commercializzate in Svizzera, devono essere annunciati alle autorità territoriali elvetiche su un portale svizzero da parte del produttore. Si tratta semplicemente della comunicazione che quel dato prodotto verrà esportato e messo in commercio in Svizzera. Se non si fa questo annuncio si incappa in sanzioni.

 

Quarto punto: la gestione logistica e il magazzino

Vediamo ora un altro step importante legato all’import export dei prodotti italiani in Svizzera. La dogana per i processi e le procedure che effettua chiede delle somme non sempre trascurabili: ogni operazione burocratica, amministrativa e di sdoganamento costa. Per questo va considerato il volume di affare che vogliamo sviluppare e sapere che, se prevediamo frequenti e cospicui invii di merci dall’Italia alla Svizzera, la soluzione per abbattere i costi doganali è avere un magazzino sul territorio elvetico che può anche essere gestito o di proprietà di un soggetto terzo che potrebbe essere lo stesso che si occuperà degli aspetti logistici legati all’smistamento dei beni, alle loro spedizione verso il cliente finale, alle azioni burocratiche da svolgere. L’importazione in Svizzera di prodotti provenienti dall’Italia è agevolata dal fatto che non si applica l’IVA del paese di provenienza (22%) ma solo quella del Paese di destinazione (7,7%) ed eventuali dazi imposti durante le operazioni di sdoganamento della merce Made in Italy. In Svizzera è previsto il recupero dell’Iva versata in eccesso attraverso la richiesta alle autorità territoriali competenti.

 

Quinto punto: affidarsi a partner svizzeri competenti

Importazione e distribuzione in Svizzera sono due processi delicati e costosi. Per questo, se non si gestiranno personalmente queste operazioni, è bene affidarsi a partner svizzeri competenti e professionali capaci anche di gestire tutte le attività o l’assistenza legata al post-vendita. Gestire bene un cliente finale è importante per far sì che aumenti la brand reputation e migliori il posizionamento del prodotto, in favore della diffusione sul mercato e della conquista di fette di consumatori via via più grandi. La ricerca partner in Svizzera è una delle attività che i servizi alle imprese della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera offrono agli imprenditori italiani che vogliano esportare all’estero aprendo nuovi canali commerciali. Può comunque essere utile, durante la ricerca del partner svizzero, chiedere un’analisi sulla solidità e sull’affidabilità dell’azienda elvetica individuata per affrontare e sviluppare in svizzera il nuovo business di import- export del Made in Italy.

 

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